Ha fatto il giro del web l’appello dell’imprenditore termitano Massimiliano Sciascia, titolare del ristorante “Santi e Peccatori”. Ieri sera per una protesta simbolica, anche i ristoratori termitani hanno accesso le insegne dei propri locali. Una protesta pacata e silenziosa. Rientrato a casa, però, all’imprenditore è venuto il dubbio di aver lasciato una luce accesa all’interno de suo locale ed è tornato indietro.
Da lì è nato il suo video in diretta su Facebook in cui ha esternato le sue più che ragionevoli perplessità. Nel suo video Sciascia parla delle preoccupazioni sulla data di riapertura o sul numero di coperti, ma pone l’attenzione non tanto sul giorno in cui potranno riaprire, ma sulla reale volontà delle persone di andare a mangiare fuori. Il ristorante di Sciascia è uno di quelli molto conosciuti nel circondario, ma adesso mille dubbi assalgono i ristoratori. Negli anni, sopratutto negli ultimi, è stata una guerra all’utilizzo della plastica, si è andati verso il “plastic free”, provando ad eliminare il monouso. Ma adesso?
Nel suo video Sciascia rivolge un appello ai suoi tanti clienti, se con la riapertura se la sentono di andare a cenare fuori ed utilizzare posate e bicchieri usati in precedenza da altri. Vero che vengono sterilizzati, ma in questo momento quanto si sentono pronti? Sciascia lo chiede, per capire come programmare il suo futuro, se continuare nella ristorazione o dedicarsi ad altro.
È un appello a cui in tanti hanno risposto della paura del momento che li porta a non essere forse pronti del tutto ad andare a cenare fuori. Aggiungiamo poi che in questo momento di quarantena forzata, forse il cibo non è mancato del tutto, manca la compagnia con amici e parenti, ma non sarà di certo possibile organizzare tavolate come un tempo. Questo virus, questa quarantena, rischia di decretare la morte di numerose, troppe attività, legate soprattutto alla ristorazione e al turismo.