Sono nato e cresciuto qui, volevo lasciare qualcosa di concreto al mio paese: una struttura ricettiva da 250 posti letto, con un investimento milionario e più di 50 posti di lavoro diretti, oltre all’indotto. La politica me lo ha impedito.
Comincia così la nostra intervista ad Antonio Mangia, un fra i più grandi imprenditori italiani del settore turistico ricettivo che, con altri 200 geracesi, coltivava il sogno di realizzare nel comune madonita un Centro Termale.
Presidente Mangia, cosa è successo, perché il progetto del centro termale di Geraci Siculo è stato messo da parte?
Mi piace ricostruire i fatti. Dopo la nascita della società, nel 2011, c’era una grande euforia ed aspettativa nel paese e tutti erano entusiasti e collaborativi. Abbiamo richiesto l’area urbanisticamente prevista dal piano regolatore per questo tipo di insediamento turistico. Il consiglio Comunale ha deliberato con estrema velocità gli adempimenti formali per porre in vendita un area di circa 15 mila mq sita in contrada Parrino per la realizzazione di una struttura destinata a ricettività alberghiera. Successivamente l’amministrazione ha chiesto la stima all’Ufficio del Territorio che ha valutato l’area ad un prezzo esorbitante (500.000 euro). Valutata l’incongruenza del prezzo per le prime 2 aste abbiamo deciso di non partecipare e, come previsto, sono andate deserte. Nel 2016 il Comune di Geraci Siculo ha emanato un terzo bando per la cessione ad un prezzo ridotto per la seconda volta. A questo punto abbiamo presentato l’unica offerta, di 300.000 euro, anche se il valore stimato dai nostri tecnici era di 200.000 euro. In seguito è stato sottoscritto con il Comune, in data 20 maggio 2016, un contratto preliminare di cessione dell’area per un valore 300 mila euro e la realizzazione del Centro termale e alberghiero prodotto con l’offerta. Come previsto, prima della sottoscrizione del preliminare, la Madonie srl Terme e Benessere ha corrisposto al Comune una caparra di 90 mila euro.
Quindi c’è stato un momento dove “domanda è offerta” si sono incontrate. Poi cosa è successo?
E’ successo che il nostro progetto, del tutto conforme alle prescrizioni indicate nel bando, tanto da essere accettato dal comune che ha incamerato la caparra, è stato bocciato dalla Sopraintendenza con una nota del 13 luglio 2017. In pratica la Sopraintendenza ha ritenuto che il progetto, approvato dal Comune, non era realizzabile perché non conforme alla tipologia costruttive esistenti nella stessa zona. I nostri tecnici hanno subito incontrato i dirigenti di quell’ufficio e mi hanno riferito che per ottenere quel visto, sarebbe stato necessario stravolgere totalmente il progetto. Ci saremmo aspettati che il Comune e la SO.SVI.MA avessero messo in atto, nell’interesse del territorio, ogni azione consentita nel cercare di difendere e salvare il progetto che era a base della nostra offerta di acquisto. Invece, con mia grande amarezza, ho dovuto constatare un inspiegabile disinteresse. Ci hanno lasciato soli.
Quali erano le osservazioni della Sopraintendenza?
In sostanza il progetto prevedeva la realizzazione di una grande struttura, tutta su un piano, composta da tre corpi (vedi foto) uniti da un corridoio con delle fontanelle che avrebbe rappresentato il percorso termale e del benessere. La Sovraintendenza invece avrebbe autorizzato soltanto la realizzazione di piccole unità immobiliari disseminate nell’area di concessione. Una specie di piccolo villaggio che avrebbe potuto ospitare poco più di 10 unità immobiliari con meno di un terzo dei 250 posti letto previsti dal progetto approvato dal Comune. Questa drastica riduzione di posti letto avrebbe reso economicamente insostenibile la gestione del complesso alberghiero e termale per ovvi motivi.
Ad Agosto del 2017, in qualità di presidente, ha comunicato ai soci della “Madonie Srl Terme e Benessere” la volontà di abbandonare il progetto. Ha davvero gettato la spugna?
No, non ho gettato la spugna. Il sogno di realizzare le Terme nel mio paese è sempre nel mio cuore. Da imprenditore però devo fare i conti con la realtà e qui, dispiace dirlo, ho trovato una realtà ostile.
Ma adesso a Geraci c’è una nuova amministrazione
Si, un sindaco ed un’amministrazione che, in perfetta continuità con la precedente, non hanno sentito la necessità di ascoltare un imprenditore che vuole investire milioni di euro sul territorio. D’altronde è naturale, visto che il loro programma amministrativo non prevede più il Centro Termale, ma una sorta di riattivazione delle vecchie fontanelle del centro storico e l’Albergo diffuso nel centro abitato. Veda, da quando sono cominciati i problemi qui a Geraci ho aperto, grazie alle sollecitazioni e alla fattiva collaborazione di molti sindaci qualche altra struttura alberghiera, tra cui una a Finale di Pollina con 1.000 posti letto ed una ne aprirò il prossimo aprile a Campofelice di Roccella, con 400 posti letto. Mi piace ricordare a questo proposito che sempre nelle Madonie, a Cefalù, gestisco un’altra struttura ricettiva con 500 posti letto. Questo giusto per tacitare le male lingue che, forse per coprire altri interessi, affermano che il nostro unico obiettivo sarebbe stato quello di sfruttare le concessioni per avviare un’attività di imbottigliamento di acque oligominerali. Progetto che per altro sta andando avanti a discapito del sogno di fare di Geraci la “Fiuggi” siciliana.
Ci faccia capire meglio. C’è un progetto imprenditoriale teso alla realizzazione di un nuovo centro di imbottigliamento?
Certo che si. Abbiamo costituito una nuova società, la Iniziative Turistiche Geracesi, di cui sono presidente. Il 70% di questa nuova società è della Madonie Srl Terme e Benessere, il 30% è dei titolari dei terreni sui quali sono in corso le attività di ricerca. La “Iniziative Turistiche Geracesi” ha infatti ottenuto un permesso di ricerca di acque minerali naturali. Se l’attività di ricerca darà esito positivo e se verrà riconosciuta la mineralità dell’acqua l’Assessorato Regionale all’Industria farà un bando di gara per la concessione, al quale potranno partecipare tutti i soggetti imprenditoriali che ne avranno titolo. E’ chiaro che a quel punto parteciperemo anche noi.
Noi chi? Qual è la composizione del capitale sociale di Madonie Terme e Benessere?
Il capitale sociale della Srl, che ammonta a 2,5 milioni, è così suddiviso: 51% Aeroviaggi, 29% Fratelli Giaconia, 20% Azionariato popolare
In definitiva niente Terme a Geraci?
Fin quando ci saranno delle eminenze grigie che si opporranno potrò solo prendere atto di questa anomalia. Le condizioni sono estremamente complicate, basti pensare che è ancora in corso un contenzioso con il Comune di Geraci Siculo perché intende trattenere la caparra di 90 mila euro che abbiamo corrisposto con la firma del contratto preliminare. Quello di Madonie srl Terme e Benessere credo che ormai sia un capitolo chiuso. Mi chiedo infatti quale altro imprenditore, oltre me che lo farei per amore di Geraci e dei miei compaesani, possa pensare di fare impresa in un contesto del genere. Sono certo che a queste condizioni nessun altro sia interessato ad investire per Turismo a Geraci.
Lei parla di eminenze grigie. Cosa intende?
Le dico subito che non mi riferisco certo a sistemi criminali. Dopo decine e decine di anni di attività posso dire con orgoglio di non aver mai accettato vessazioni o compromessi né politici, né di altro genere. Quando ho avuto la sensazione che qualcuno volesse condizionare la mia attività imprenditoriale, ho semplicemente abbandonato quelle iniziative e sono andato via da quei posti. Fare impresa in Sicilia si può, basta tenere la schiena dritta. Bisogna certamente confrontarsi con la Pubblica Amministrazione, ed è lì che talvolta si cade in una zona grigia, dove non si capisce più quali interessi vengono tutelati.
Prima di cominciare la nostra intervista mi raccontava della vicenda del Circolo dell’Amicizia di Geraci, vuole raccontarci cosa è successo?
Ho creato quel circolo assieme ad alcuni amici con l’intento di farne un luogo dove trascorrere in amicizia il tempo libero. Da un pò di tempo il socio che avevo chiamato come collaboratore nella gestione, visto che io sto a Geraci solo in agosto, ha iniziato a travisare quelli che sono stati gli scopi per cui era nato il circolo, per cui, venuto meno quel rapporto fiduciario nei confronti dello stesso, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni, motivate ma non irrevocabili, dal Circolo. Il mio gesto spontaneo, voleva provocare una riflessione e conseguente discussione da parte di tutti i soci per cercare di rilanciare lo spirito di amicizia e solidarietà con il quale ho creato, gestito e sostenuto anche finanziariamente per 23 anni lo stesso. Era mia intenzione, come da tradizione, convocare la solita Assemblea dei soci intorno alla festa di San Bartolo per adottare le decisioni del caso. Invece, il vice presidente, inaspettatamente ed improvvisamente, senza contattarmi né concordare con me alcunché, evidentemente su mandato dei suoi dante causa, ha approfittato del mio atto d’amore per il circolo, per impossessarsi arbitrariamente dello stesso. In un mese ha stravolto lo spirito di amicizia e di solidarietà che hanno sempre contraddistinto il Circolo e tentando di trasformarlo in uno strumento di parte.